Ricominciare a vivere. Non facile dopo quello che è successo nella mia vita. Un uragano non avrebbe potuto produrre più sconquasso.
Mamma se n'è andata serena il 14 gennaio, forte di una fede incrollabile, dopo solo un mese dall'implacabile diagnosi di carcinoma al colon al quarto stadio e papà, non appena si è reso conto che per mamma non c'erano più speranze di guarigione, ha detto con determinazione alla sua compagna di vita da quasi 70 anni (fra fidanzamento e matrimonio) che l'avrebbe prontamente seguita non appena se ne fosse andata in cielo.
E così ha fatto. Se n'è andato anche lui dopo un mese esatto, il giorno di San Valentino. Sorvolo su cosa siano stati per me, per le mie sorelle, per la mia famiglia tutta questi due mesi. Io però ero la persona che stava con loro assistendoli h24 e che, più di tutti, ha subito il peso, sia dal punto di vista fisico che psicologico, del terribile calvario che ha portato alla morte i miei due adorati genitori i quali, oltretutto, hanno lasciato dietro di sè una situazione non facile da gestire in loro vece: la mia sorella più giovane, disabile al 100%, che bisogna assistere con dedizione assoluta sempre e da sempre, ma figuriamoci in questo periodo in cui ha perso le persone da cui, per tutta la sua vita, aveva ricevuto cure e amore infinito.
Dopo aver accompagnato al cimitero mamma e papà, a me non è rimasto che rimettere insieme i cocci della mia psiche distrutta dal dolore per la perdita delle due colonne portanti della mia vita e soprattutto dalla demenza senile di papà (non c'è malattia più devastante per sè e per gli altri delle demenze, di qualsiasi natura esse siano) e intraprendere il cammino che già sapevo essere segnato da sempre e cioè abbandonare la mia casa e la mia vecchia vita e cominciare ad organizzare il trasloco per trasferirmi definitivamente insieme a marito e figlio nella grande casa dei miei genitori per stare con mia sorella. Tutto passa in secondo piano quando c'è una situazione del genere da affrontare e gestire. Anche il rapporto che avevo con la mia nipotina adesso è diverso non abitando vicine come prima. Ed è la rinuncia che mi pesa di più. Adesso sono in congedo dal lavoro grazie alla Legge 104, e mi dedico alla mia dolce sorella che ha quindici anni meno di me e alla quale ho fatto sempre da seconda mamma. E' giunto ormai il momento di passare da riserva a titolare in questo ruolo bello e impegnativo sempre, ma particolarmente delicato quando si tratta di persone non autonome, non perfettamente padrone di sè. Quelle che io ho sempre chiamato "persone speciali".
Riprenderò in mano, prima o poi, vita, lavoro, lavori creativi, amicizie reali e virtuali. Riprenderò a curare questo blog al quale tengo tanto e a partecipare alla vita e alle attività del forum Isola creativa. Intanto ringrazio coloro che, nonostante la mia prolungata assenza, hanno continuato a visitare Il filo che crea e a consultarne le pagine. Le prime sono vecchie di quattordici anni, pensate. Come passa il tempo...