Ma in Sicilia l'abbiamo sempre chiamata "i Morti" e, specie per i bambini, è sempre stata una festa.
Quand'ero piccola, la sera prima dei Morti andavo a letto presto, perché non vedevo l'ora che facesse giorno per poter guardare febbrilmente sotto il letto in cerca dei giocattoli e dell'immancabile cestino di frutta martorana e del pupo di zucchero. Anzi, non essendoci in casa maschietti, da noi si trovavano pupe di zucchero.
Da grande, da mamma, ho continuato la tradizione. Non c'è stato un due novembre in cui i miei bambini non abbiano trovato dolciumi e doni sotto i loro lettini. Che allegria in casa!
Il bello della sicula "Festa" dei Morti è proprio questo: toglie qualsiasi connotazione spaventosa a un evento del tutto naturale, anche se doloroso. E il dolore viene attenuato dal tenero ricordo di chi non c'è più sulla terra, ma non ti abbandona del tutto, ti vuole ancora bene e ti porta dolci e regali. Non lascerò mai che questa tradizione venga dimenticata e, finché sarò viva, farò di tutto perché i miei figli e i miei nipoti abbiano la loro frutta martorana e il dolce pensiero di andare a trovare i morti al cimitero.
Penso che tra qualche anno halloween sarà stato "incorporato" tra le nostre tradizioni, come l'albero di Natale che, pure quello, è una tradizione importata. Spero solo che non soppianti del tutto le nostre usanze. Non faccio le crociate contro halloween, non credo abbia nulla a che fare col diavolo. Penso solo che piaccia a bimbi e ragazzi perché permette loro di travestirsi e passare qualche ora in allegria. Da insegnante d'inglese ho parlato ai miei alunni delle origini di questa festa, nata fra le popolazioni celtiche di Irlanda e Scozia per dire addio all'estate e poi innestatasi sulle credenze cristiane, di come gli emigrati di tali nazioni l'abbiano portata con sé in America, dove è diventata quello che è oggi. E poi ho raccomandato loro, nel loro voler imitare i bambini americani, di non disturbare le persone anziane, che magari, non sapendo un fico secco di halloween, avrebbero potuto lanciar loro in testa qualcosa dal balcone! :)))
Da parte mia, ho fatto anche quest'anno la mia frutta martorana. Eccola qui, insieme a tanta buona frutta vera.
La ricetta della pasta di mandorle la trovate in questo post. Per modellare i frutti ho usato gli stampini in gesso che, credo, si possano trovare solo qui in Sicilia. Si tratta di questi qua. La polvere bianca che vedete è zucchero a velo. Si mette per facilitare l'operazione di uscita dei frutti dallo stampo.
Volendo potreste provare a cercarli online. Sono convinta comunque che, con un po' di buona volontà, molti frutti si possano modellare anche a mano.
Dopo aver finito coi fruttini ho usato un po' di pasta di mandorle per fare questi cioccolatini ripieni. Non sono venuti benissimo, ma erano strabuoni!
Posso offrirvene uno?
8 commenti:
Anche mia sorella fá lo stesso:per Halloween fa travestire i bimbi,ma poi la notte dell'uno arrivano lo stesso i nostri cari defunti a lasciare un regalino ai nipotini. Ed è bellissimo perché in questo modo,i nostri morti ''non hanno ancora perso la strada di casa''(Cit. Camilleri)
Ma che meraviglia i tuoi fruttini,Rosa,e che bello ricordare quelle tradizioni che sono parte della nostra storia! Insistiamo perché l'innovazione culturale non soppianti la cultura originaria
rosella...ma la frutta martorana sarebbe frutta candita?
Grazie dei commenti care!
@Annina
Nooooooooo, la frutta martorana è fatta di pasta di mandorle.
mi ha parlato di questa tradizione la mia amica Serafina (di Catania)
Eh sì Andreina! Queste tradizioni ci sono in tutta la Sicilia, con lievi variazioni da zona a zona.
Fai benissimo a tramandare ai tuoi le tradizioni perchè non vadano perdute,mi piace molto conoscere le nostre usanze delle varie regioni!!Ho un debole per la frutta che noi chiamiamiamo marzapane...e tu mi dai la ricetta,ma grazieeee!!Un bacione
Dai Gabri, prova! Non è affatto difficile. Ma devi prendere della buona farina di mandorle, mi raccomando.
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