Gli americani la chiamano Crazy cake, Wacky cake o Depression cake. Quest'ultimo nome si riferisce al periodo in cui le donne americane l'hanno inventata, cioè nel periodo della Grande Depressione, la crisi economica iniziata nel 1929. Non giravano soldi e allora si sono inventate una torta senza uova, burro, latte, lievito. Sembra impossibile che si possa ottenere un dolce commestibile senza questi ingredienti, vero? Eppure io l'ho provata e vi posso dire che non è niente male, specialmente se mangiata il giorno dopo. E poi è velocissima e praticissima da preparare. Pensate che si impasta con una frusta a mano direttamente nella tortiera! Quella della foto (orrrrenda, come sempre!) l'ho ricoperta con panna di soia al cacao e riccioli di cioccolata fondente.
La ricetta originale, in diverse versioni, l'ho trovata qui.
Ma se non vi piace avere a che fare con le cups e tutte le misure americane, si trovano in giro delle ricette in italiano con le misure in grammi. Ad esempio c'e questa, al cioccolato, sul blog di Stefania-Arabafelice
Provatela e vedrete che all'inizio vi sembrerà strana come consistenza, ma il giorno dopo è morbida, umida ed è ottima per l'inzuppo.
4 commenti:
rosa, la versione al cioccolato, in italiano...non si apre la pagina...non esiste.
Spesso faccio dolci senza qualche ingrediente, per questioni di "linea"
Luisa
eccola la tua crazy cake! sono andata a vedere il blog che citi per la ricetta e caspita: ce ne sono un milione!!! Dovrò provarne qualcuna delle sue, però tenendo il lato della genuinità che questo dolce ha e che tanto mi piace! Grazie mille per avermi fatto scoprire a storia che sta dietro questo nome: non sapevo fosse nata nel periodo della grande depressione e ora che lo so mi piace ancora di più proprio per il concetto che tramanda.
A presto!
Benvenuta Elena! Grazie per la visita e per il commento. Qui sul blog ho postato solo questa, ma l'ho provata in diverse versioni: al limone, speziata, alle mele, al caffè... è sempre buona anche se per me la versione cioccolatosa resta la preferita.
A presto,
Rosa
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